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Sit-in dei panettieri a Tunisi: “Lo Stato ci ha vietato le baguette”

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Più di 1.500 attività chiuse perché senza farina sovvenzionata

Roma, 7 ago. (askanews) – Circa 200 panettieri tunisini hanno partecipato a un sit-in di protesta davanti al ministero del Commercio a Tunisi per denunciare la chiusura di oltre 1.500 attività dopo che lo Stato li ha lasciati senza farina “sovvenzionata”, utilizzata per produrre le baguette.”Oggi facciamo un sit-in perché ci vietano di esercitare la nostra attività ordinaria che è la produzione della baguette – spiega Mohamed Jamali, presidente del Gruppo delle panetterie moderne – Ciò è stato annunciato durante una dichiarazione dell’ex capo del governo Bouden”, aggiunge, sottolineando che chi partecipa alla protesta è fermo da una settimana. “La nostra richiesta principale oggi è di concretizzare la visione del Signor Presidente della Repubblica che punta a standardizzare il pane per unificare ancora di più il Paese”, sottolinea Jamali.Su uno striscione la scritta in arabo: “Un sit-in per cambiare il destino”. Un altro cartello avverte: “Migliaia di lavoratori saranno licenziati” o “Un pane con la stessa farina”. “La nostra richiesta è quella di poterci rifornire di farina come tutte le panetterie”, ribadisce Zauneb Becha, panettiera. “Sono qui oggi perché siamo senza stipendio – spiega Abdelbeki Abdellawi, panettiere – 1.500 panetterie sono chiuse e i loro proprietari rischiano la prigione, visto che non sono più in grado di pagare l’affitto, 1.500 panetterie che impiegano 6 o 7 lavoratori ciascuna”.

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