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Operatore EducAid: “Nella Striscia di Gaza si aspetta la morte”

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Situazione terribile a Rafah, non sanno dove andare e il mondo tace

Roma, 13 feb. (askanews) – “La situazione è terribile, soprattutto a Rafah, a Rafah sono tutti disperati. Quando c’è stata due giorni fa l’operazione per liberare i due ostaggi tutti hanno pensato che fosse iniziata l’operazione militare. Tutti hanno pensato di portare via i loro figli, perché pensavano toccasse a loro, tutti aspettano la morte nella Striscia di Gaza, così si vive lì da ormai 4 mesi. : così Youssef Amdoun, cittadino di Gaza, operatore umanitario EducAid, ong italiana che opera in Palestina da più di 20 anni, a margine del flash mob per Gaza dell’Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina, a cui hanno partecipato associazioni che lavorano a Gaza e in Cisgiordania in progetti della Cooperazione italiana.”Sono tutti sotto i bombardamenti, si vive senza cibo, senza medicine e tutto ciò nel silenzio del mondo, che uccide le persone sopravvissute alle bombe, uccide ogni speranza, nessuno si sta muovendo per salvare la persone”, ha aggiunto.”Da palestinese dico, non si tratta più di politica, non si tratta più di niente, si tratta di umanità. C’è un popolo che sta morendo davanti ai nostri occhi e nessuno sta facendo niente per salvarli. Ora tutti sono molto preoccupati, perché non sanno dove andare. Un milione e 400.00 persone che si trovano nell’estremo sud della Striscia di Gaza in 60 chilometri quadrati, a Rafah. Se inizia un attacco via terra a Rafah non sanno più dove andare. Sono persone che sono alla continua ricerca di un posto sicuro che non si trova in tutta la Striscia. E tutto il mondo guarda”, ha concluso.

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