Addio a espansori palatali e maschere facciali
L’ortodonzia italiana sta vivendo una rivoluzione silenziosa che potrebbe cambiare per sempre l’approccio alle correzioni dentali. Mentre l’espansione rapida del mascellare superiore attraverso espansori rapidi palatali (REP) rimane il metodo più diffuso per trattare il deficit trasversale scheletrico, con dispositivi che devono essere mantenuti per circa 6 mesi secondo i protocolli standard, una nuova metodica sviluppata in Sicilia promette di eliminare completamente questi strumenti spesso traumatici per i pazienti.
Il dottor Nicola Maragliano, odontoiatra palermitano con formazione internazionale tra Italia, Germania e Austria, ha sviluppato negli ultimi 20 anni una tecnica che elimina la necessità di utilizzare espansori palatali (REP) e maschere facciali (Maschera di Delaire) nell’ortodonzia pediatrica.
“Usiamo una metodica incredibile che ci permette di non utilizzare espansori per allargare il palato”, dichiara Maragliano. “Questa metodica ci permette di evitare dispositivi che sono poco tollerati anche da un punto di vista psicologico”. La tecnica, applicata da quasi due decenni nella struttura odontoiatrica palermitana, ha attirato pazienti da tutta Italia, compresi casi provenienti dal nord.
“Ieri sono venute persone da Torino pur di non mettere le maschere facciali alla figlia”, racconta il medico. “C’è gente che prende l’aereo e viene a Palermo pur di evitare questi dispositivi ai propri figli”.
L’approccio innovativo non si limita all’eliminazione degli espansori palatali. La metodica permette di evitare l’estrazione di denti per fare spazio, pratica ancora comune nell’ortodonzia tradizionale.
“Non effettuiamo avulsioni dentali per fare spazio, non tagliamo frenuli, non facciamo indossare maschere facciali per il trattamento delle terze classi scheletriche e non prescriviamo espansori”, spiega l’odontoiatra.
Particolarmente significativo è l’approccio alle terze classi scheletriche, condizioni in cui la mandibola è posizionata in avanti rispetto alla mascella. Mentre la prassi tradizionale prevede spesso interventi di chirurgia maxillo-facciale con taglio di segmenti ossei e inserimento di placche in titanio, la metodica siciliana ha risolto molti casi senza ricorrere alla chirurgia.
“Tutti pazienti che sono finora arrivati alla nostra osservazione li abbiamo risolti senza chirurgia”, afferma Maragliano. “Si evita un intervento molto invasivo che giustifico soltanto in casi di traumi facciali”.
L’impatto psicologico sui bambini rappresenta uno degli aspetti più rilevanti di questa innovazione. Gli espansori palatali, dispositivi metallici che devono rimanere in bocca per mesi e le maschere facciali esterne creano spesso traumi psicologici nei pazienti. La nuova metodica elimina completamente questi disagi, rendendo il trattamento ortodontico molto più tollerabile e meno invasivo.
La tecnica si inserisce in un approccio più ampio all’odontoiatria per bambini e adulti che mira a ridurre l’ansia e la paura del dentista. “I bambini a volte hanno paura perché hanno sentito dire dai genitori che hanno avuto brutte esperienze”, osserva Maragliano.
“La classica frase ‘comportati bene, altrimenti ti faccio fare la puntura dal dottore’ crea inconsciamente delle situazioni mentali per le quali poi i bambini hanno paura di andare dai medici, nei nostri protocolli evitiamo nella gran parte delle prestazioni odontoiatriche di adulti e bambini qualsiasi puntura, non facendo sentire alcun dolore ai nostri pazienti, adoperando tecniche all’avanguardia ed innovative, senza l’ausilio di tecniche di ipnosi o sedazione cosciente con protossido d’azoto.
Si prevede una maggiore diffusione di queste metodiche meno invasive, soprattutto considerando la crescente attenzione verso il benessere psicologico dei pazienti durante i trattamenti medici.
L’ortodonzia sta evolvendo verso approcci sempre più rispettosi delle esigenze emotive dei piccoli e grandi pazienti e tecniche come quella sviluppata in Sicilia potrebbero rappresentare il futuro della disciplina.
L’innovazione nell’ortodonzia pediatrica non si limita all’aspetto tecnico ma abbraccia una filosofia di cura più olistica, che considera il bambino nella sua interezza e non solo dal punto di vista strettamente clinico. Questo approccio potrebbe contribuire significativamente a ridurre la diffusa paura del dentista che ancora oggi caratterizza molti adulti, spesso originata da esperienze traumatiche vissute durante l’infanzia.

