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In Siria i ribelli alle porte di Damasco, il governo: “Il cordone dell’esercito è impenetrabile”, Onu: “Evitare bagno di sangue”

MondoIn Siria i ribelli alle porte di Damasco, il governo: “Il cordone dell’esercito è impenetrabile”, Onu: “Evitare bagno di sangue”

ROMA – I ribelli avrebbero preso il controllo di alcune aree periferiche poco fuori dalla capitale Damasco: i ribelli di Hayat Tahrir Al-Sham – movimento islamista anti-governativo che riceverebbe sostegno dalla Turchia – dopo aver preso Aleppo e Hama, proseguono la loro avanzata con l’obiettivo di rovesciare l’esecutivo e prendere il controllo del Paese. A riferire che è iniziata l’operazione per circondare la capitale, sono i comandanti stessi dell’Hts, pronti a dare battaglia alle forze regolari.

Intanto, nel quartiere di Jermana, un gruppo di manifestanti ha tirato giù e fatto crollare una statua che ritrae Hafiz Al-Assad, padre dell’attuale presidente Bashar Al-Assad. Il significato secondo i media arabi è chiaro: c’è chi, tra la popolazione, sente vicina la fine di una famiglia che ha guidato il paese ininterrottamente dal 1970. Questo accade mentre da ore Al Jazeera riferisce che prima di raggiungere la capitale, i combattenti hanno preso il controllo di Dara’a, città meridionale che fu la miccia delle proteste popolari del 2011, dopo che due adolescenti vennero arrestati poiché sorpresi dagli agenti di polizia a scrivere sui muri frasi contro il capo dello Stato. Il governo, come riportano media arabi, ha complessivamente perso il controllo delle tre principali province meridionali: l’omonima Dara’a, e poi As-Suwayda e Quneitra. A ciò si aggiunge l’ingresso dei miliziani in un’altra città chiave, quella di Homs, dove Hezbollah aveva annunciato l’invio di 2mila dei suoi uomini in soccorso all’alleato damasceno. è una città strategica perché collega Damasco a Latakia e Tartous, dove Assad ha un buon seguito.

“CORDONE ESERCITO IMPENETRABILE”

Intanto, il ministro della Difesa Mohammed al-Rahmoun in un discorso all’emittente nazionale ha assicurato che il cordone delle truppe regolari posizionato a difesa della città è “impenetrabile”, e che nuove forze sono state inviate a sud del Paese per respingere i ribelli. Sulla propria pagina Facebook, la presidenza siriana nega invece le voci che darebbero il presidente Bashar al-Assad già esule all’estero: “Sta continuando a lavorare a Damasco”, si legge.

ONU: “TUTELARE I CIVILI, EVITARE BAGNO DI SANGUE”

In giornata infatti, il Wall street Journal citava funzionari del governo di Giordania e Egitto, secondo cui i due paesi avrebbero consigliato al presidente siriano di lasciare il paese per dare vita ad un governo in esilio. Alla luce della rapida evoluzione degli eventi, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, chiede di “evitare un bagno di sangue” e di “tutelare i civili, come prevede il diritto internazionale umanitario”.

ERDOGAN: “LA SIRIA ASPETTA LA PACE DA 13 ANNI”

Serjei Lavrov, ministro degli Esteri della Russia alleata di Assad, ha definito l’avanzata dei ribelli “inammissibile”, nel corso di un vertice con gli omologhi di Iran e Turchia al Forum di Doha, in Qatar: “Facciamo appello per la fine delle ostilità” ha detto a nome di tutti. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – che nei giorni scorsi ha auspicato il successo dei ribelli – oggi ha dichiarato: “Ci auguriamo che la vicina Siria ritrovi la pace, come auspichiamo da 13 anni: la popolazione è stanca di guerra, sangue e lacrime”.

PARTE LA CORSA ALL’ACCAPARRAMENTO ALIMENTARE

La paura della guerra ha determinato una corsa ai prodotti di base a Latakia, città che si affaccia sul mar Mediterraneo: fonti locali riportano che i prezzi stanno aumentando senza controllo, fino a oltre il 60-100%.
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