Istat: nelle reti comunali italiane nel 2022 perso il 42,4% di acqua potabile
Ginevra, 22 mar. (askanews) – “Acqua e pace sono strettamente correlate. In realtà, considerando che l’acqua è così cruciale per la vita, per ogni aspetto della nostra vita, ci sono stati molti più casi di cooperazione sull’acqua rispetto ai conflitti”.Lo ha detto Sonja Koeppel, Segretario della Convenzione sull’acqua delle Nazioni Unite, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra il 22 marzo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle risorse idriche del pianeta.”La Convenzione sull’acqua – ha spiegato – svolge un ruolo cruciale e lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite sta, di fatto invitando, i Paesi ad aderire alla Convenzione sull’acqua perché, come ho già detto, ha contribuito a ridurre le tensioni, a prevenire i conflitti, per affrontare situazioni specifiche di sfide. Negli ultimi anni, ci sono stati crescenti conflitti, non solo a livello interstatale, ma anche a livello più locale tra le comunità, tra pastori e agricoltori, e spesso è davvero legato alla situazione di scarsità d’acqua o siccità”.”Globalmente più del 60% di tutte le risorse d’acqua dolce sono effettivamente condivise da due o più Paesi. Ciò include grandi fiumi come il Reno, il Danubio, il Mekong, il Nilo, l’Amazzonia o altri e la cooperazione su quelle acque è cruciale per la pace, per lo sviluppo per l’azione sul clima, per lo sviluppo – ha concluso – tuttavia, è complicato per i Paesi cooperare soprattutto in situazioni di scarsità d’acqua o inondazioni o in caso d’inquinamento accidentale dell’acqua. E la Convenzione sull’acqua aiuta esattamente i Paesi di tutto il mondo a cooperare su tali acque condivise, ad usarle in modo pacifico e sostenibile, a proteggere l’ambiente e ad adattarsi congiuntamente ai cambiamenti climatici.”In Italia, secondo l’Istat, la quota di perdite idriche totali nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabilenel 2022 è stata di 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,4% dell’acqua immessa in rete, un quantitativo che soddisferebbe ilfabbisogno idrico di 43,4 milioni di persone per un anno. L’indicatore è in leggerissima risalita rispetto al 2020 (quandoera al 42,2%), a conferma del persistente stato d’inefficienza di molte reti di distribuzione.