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GB, protesta a Portland contro il centro per migranti galleggiante

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Gli attivisti di “Stand Up to Racism”: soluzione crudele e disumana

Portland, 8 ago. (askanews) – Un gruppo di militanti appartenenti all’associazione “Stand Up to Racism” si sono radunati al porto di Portland in Regno Unito per protestare contro l’iniziativa del governo britannico che ha deciso di imbarcare su una enorme chiatta galleggiante, la “Bibby Stockholm”, i richiedenti asilo presenti sul territorio.Gli attivisti denunciano come “crudele e disumana” la decisione del premier conservatore Rishi Sunak che – spiegano – in difficoltà con i sondaggi, sta facendo della lotta all’immigrazione clandestina una delle priorità della sua azione di governo, bloccando i battelli che attraversano illegalmente il canale della Manica e proponendo di “confinare” i richiedenti asilo su giganteschi barconi come la “Bibby Stockholm”.La chiatta è grande come un palazzo di 3 piani, lunga 93 metri e larga 27, in grado di ospitare fino a 500 persone in 222 camere. Imbarcarli lì, nelle intenzioni del governo, permetterebbe di risparmiare milioni di sterline perché più economico rispetto all’alloggio in hotel e, soprattutto, consentirebbe di tenerli sotto controllo. Il sistema d’asilo britannico, in effetti, è al collasso; non riesce a far fronte a tutte le richieste: oltre 130mila domande d’asilo attendono ancora di essere valutate, da più di sei mesi. Londra cerca quindi di ridurre i costi dell’alloggio in albergo che ammontano a circa 2 miliardi e mezzo di sterline all’anno, inviando i richiedenti asilo in attesa in ex basi militari o in strutture d’emergenza come questa.Tuttavia, da più parti si levano voci d’indignazione contro quella che, a tutti gli effetti, sembra essere una vera e propria “prigione galleggiante” per i migranti.La protesta di Portland, unico porto britannico che ha accettato l’approdo della chiatta, arriva meno di 24 ore dopo l’imbarco dei primi richiedenti asilo dopo che i vigili del fuoco hanno concesso il nulla osta di sicurezza.

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