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Eolico offshore, Ventura: da nuove infrastrutture nuovi posti lavoro

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Delegato OICE e AU VDP a conferenza KyotoClub

Roma, 2 feb. (Askanews) – “L’energia rinnovabile richiede una sempre maggiore attenzione. Ridurre gli usi di combustibili fossili, infatti, non è solo nell’agenda dell’Unione Europea e degli Stati membri, ma dovrebbe essere un monito quotidiano per ciascuno abitante del Pianeta Terra. Ecco per cui, una rivoluzione energetica di questo tipo potrebbe essere in grado di cambiare o almeno rallentare i disastri che il cambiamento climatico sta causando in molte zone del mondo.In Italia dobbiamo però affrontare un problema strutturale. Infatti, le caratteristiche batimetriche dei fondali (molto profondi), specialmente oltre lefamose 12 miglia, ci orientano verso un eolico galleggiante che da un punto di vista ingegneristico è piuttosto complicato.Il problema che si pone è quello della cantierizzazione e quindi i porti potrebbero servire come piattaforma logistica. Il governo intende individuare due porti al Sud (a Taranto e in Sicilia) per ospitare le infrastrutture di cantieristica navale. Ne servirebbero almeno quattro di cui uno in Sardegna.Inoltre le sinergie tra eolico offshore e porti non si esauriscono qui; infatti, se rivolgiamo l’attenzione agli elettrodotti con cui l’energia prodotta viene portata a terra, e ai relativi approdi a terra, ci rendiamo conto che molte criticità potrebbero essere superate se si individuasse nei porti il punto di approdo ideale, sfruttando l’infrastrutturazione già esistente. In questo rapporto sinergico, i porti potrebbero essere destinatari di una quota parte dell’energia che approda a terra, per soddisfare i propri fabbisogni energetici a partire da quelli del cold ironing”.Lo ha dichiarato Francesco Ventura – delegato OICE – AU VDP – a margine della conferenza promossa da KyotoClub.

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