ROMA – “Perché sono stato oggetto di dossieraggio da un vecchio amico come Enrico Pazzali? E’ quello che vorrei scoprire anch’io, difatti la mia prima reazione è stata di sorpresa, ma l’allarme è arrivato subito dopo, e non solo per le istituzioni e per la democrazia”.
Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nella registrazione della puntata odierna di Cinque Minuti con Bruno Vespa, in merito alla vicenda dei dossieraggi, in onda questa sera su Raiuno.
“Allarme e anche disgusto perché io, pazienza, ormai ci sono abituato ai dossieraggi contro di me, è la terza volta almeno tra quelle note – aggiunge La Russa – . Ma stavolta era coinvolta quasi per intero la mia famiglia, il mio figlio maggiore e il mio figlio minore. Io vorrei proprio sapere dall’interessato chi è che ha commissionato questo dossieraggio e credo che lui me lo debba: dire a me o ai magistrati chi sono i mandanti di questi dossieraggi”.
Potrebbe essersi trattato, da parte di Pazzali, di accessi dovuti a pura curiosità?.
“No, ho esaminato le date sia di questo sia degli altri dossieraggi e non credo alle cose occasionali. E poi – si chiede La Russa – che motivo aveva? Bastava chiedere a me se avesse voluto sapere qualche cosa, anche se non era così frequente il momento di incontrarci, ma non credo che fosse un segreto. Se mi avessi chiesto ‘i tuoi figli hanno procedimenti penali?’, gli avrei risposto ‘no’”.
Secondo il presidente del Senato “può essere una ragione economica, può essere una ragione di curiosità per il bancario, perché no, tutto è possibile. Può essere una richiesta che non si può rifiutare, e io su questa terza ipotesi incentro la mia attenzione per questo ultimo caso, perché credo che Pazzali se avesse potuto dire no a chi gli ha chiesto di dossierare i miei figli, probabilmente avrebbe detto no. Voglio sapere a chi non ha potuto dire no”.
VICENDA MOLTO INQUIETANTE, CREDO MOTIVAZIONE SIA ECONOMICA
La vicenda “è molto inquietante. Ecco perché dico che, accanto all’allarme per le istituzioni, la mia principale curiosità è scoprire chi è che gli ha chiesto di dossierarmi”. Di una vicenda di queste proporzioni “io non ne ho mai avuto notizia, e devo dire che anche se il numero molto superiore a qualunque altro è di esponenti politici, e tra gli esponenti politici quelli di centrodestra, in questa ultima occasione mi sembra che il dato economico sia quello prevalente, perché è talmente ampia la rosa di persone spiate che solo una risposta economica può giustificarla”, ha aggiunto La Russa.
PERIMETRARE FUNZIONI, NON PER FORZA CON COSTITUZIONE
“Io ho detto che bisogna perimetrare le funzioni di politica e di magistratura, e perché no con la Carta costituzionale. Ma nel mio pensiero non è necessariamente una norma costituzionale. Ho detto chiaramente che, d’accordo, maggioranza, opposizione e magistratura in qualunque forma, una legge ordinaria, un ‘entente cordiale’, in qualsiasi modo debbano mettere un punto fermo sulla perimetrazione, sui limiti, sui confini di ciascuna delle funzioni: politica parlamentare, esecutiva e giudiziaria”.
Quando parla di sconfinamento, per La Russa “non è uno sconfinamento che appartiene ai magistrati o alla magistratura. Ci sono alcuni episodi, e non parlo di complotti: io credo che l’interpretazione estensiva lecita, che già vuol dire interpretare per la navigazione aerea una norma dettata magari per la navigazione marittima, sia già andata molto avanti. Quando si esce dall’interpretazione estensiva e si vuole in qualche modo riscrivere la norma partendo dai principi generali, lì si rischia di uscire dalle proprie funzioni. Credo che questa perimetrazione vada fatta nell’interesse della politica, dell’Italia e della magistratura, verso cui io per storia, per tradizione, per nascita politica e non solo, ho sempre avuto grande rispetto”, ha concluso il presidente del Senato.
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