La presidente del Parlamento europeo, Metsola: “Ora l’Europa deve rispondere”
Lampedusa, 3 ott. (askanews) – Le bare allineate in un hangar sono, forse, l’immagine più emblematica della strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013 quando un barcone fatiscente, salpato da Misurata, in Libia, carico di migranti naufragò per un problema ai motori, a meno di un miglio dalle coste dell’Isola dei Conigli.Ci furono 368 morti accertati, per la maggior parte profughi provenienti dall’Eritrea e dall’Etiopia, una ventina di persone furono dichiarate disperse. Solo in 115 si salvarono, tra cui una quarantina di minori. Fu una della più gravi tragedie del mare nel Mediterraneo della storia europea, dall’inizio del secolo.”E la triste verità è che il naufragio della nave di migranti del 2013 non è affatto una tragedia isolata – ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ricordando il naufragio – da allora, nel cimitero del Mediterraneo sono morti migliaia di donne, bambini e uomini. Le recenti emergenze nell’isola di Lampedusa, così come in altri Paesi vicini, ci ricordano che la migrazione è la sfida delle nostre generazioni”. Le operazioni di recupero dei corpi durarono giorni, fino al 12 ottobre e il triste arrivo dei feretri nel porto di Lampedusa rappresenta uno dei momenti più tristi e dolorosi dell’emergenza.L’eco delle polemiche e del duro dibattito politico seguito a quella tragedia è forte ancora oggi. I responsabili, in particolare il comandante dell’imbarcazione e uno degli scafisti, furono identificati e condannati, rispettivamente a 18 e 30 anni i carcere. Ma il dolore, dopo 10 anni, è ancora vivo. Da allora, ogni anno, il 3 ottobre si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’Immigrazione; un’emergenza ancora oggi drammaticamente attuale.”Ora l’Europa deve rispondere, in modo equo e umano, nei confronti di coloro che cercano protezione e in modo fermo nei confronti di coloro che non ne hanno diritto – ha aggiunto la presidente Metsola – e questo è forte nel caso delle reti criminali che continuano a sfruttare i più vulnerabili. Ora che mancano solo sei mesi alla fine del nostro mandato, abbiamo bisogno di un accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul Patto per l’asilo e le migrazioni, prima della fine della legislatura e discuteremo, in questo Emiciclo, dell’urgenza dei pacchetti da adottare”.