“È una storia di follia italiana”, dice il leader di Azione da Genova
Genova, 12 gen. (askanews) – “Non credo che la responsabilità sia del governo Meloni”. Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda, parlando della situazione dell’ex Ilva a margine della presentazione del suo ultimo libro a Genova.”È stata fatta – ha ricordato Calenda – una gara europea, ha vinto Mittal. Un contratto blindato, 4,2 miliardi, vincolati a non toccare gli operai, stesso livello retributivo, stesso inquadramento e perfino ripristino dell’articolo 18. Questo accordo è stato prima confermato da Conte e Di Maio, poi fatto saltare da Conte e Di Maio facendo saltare lo scudo penale. Dopo hanno detto che avrebbero fatto causa a Mittal, invece hanno fatto una società in minoranza con Mittal”.”All’epoca – ha aggiunto il segretario di Azione – io dissi ‘siete pazzi’ perché non si fa saltare un accordo blindato per poi fare una società in minoranza, allora rimettetela in amministrazione straordinaria e rifate il processo. È una storia di follia italiana che finirà esattamente come è finita Alitalia”.”Vie d’uscita – ha concluso Calenda – ce ne sono pochissime. Non conosco quali patti parasociali, cioé vincolanti, abbia firmato il governo Conte, cioè Invitalia con Mittal, quindi non so dire. Noi li abbiamo chiesti in Parlamento ma non li conosciamo. Credo che verrà rimessa in amministrazione straordinaria e ricomincerà tutto da capo. Ma purtroppo Ilva oggi è in una condizione tale per cui si è perso tanto tempo e continua ad andarci la magistratura: quella fabbrica non si riesce a gestire in questo modo”.