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A Roma la mostra interattiva sul progetto “Stonewallsforlife”

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Per promuovere recupero dei muri a secco nel parco Cinque Terre

Genova, 14 feb. (askanews) – Promuovere nel Parco nazionale delle Cinque Terre il recupero e la manutenzione di circa cinque ettari di muri a secco per aumentare la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici e proteggere la popolazione dai rischi derivanti da frane ed alluvioni. E’ l’obiettivo del progetto europeo “Stonewallsforlife”, protagonista di una mostra interattiva che è stata presentata a Roma, in piazza Venezia, nello spazio espositivo “Esperienza Europa David Sassoli”, come spiega Donatella Bianchi, presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre.”È un bel progetto comunitario che vede il Parco nazionale delle Cinque Terre capofila. ‘Stonewallsforlife’, già il titolo la dice lunga, per un mese sarà visibile qui, in questo spazio Europa nel cuore di Roma, e racconterà il nostro territorio ma anche il suo valore dal punto di vista scientifico. Un luogo che diventa laboratorio, incubatore anche di buone pratiche, anche per il contrasto ai cambiamenti climatici”.La mostra, organizzata dal Parco nazionale delle Cinque Terre in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e con l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo, è stata inaugurata a corollario dell’incontro dal titolo “Overtourism? Riflessioni per la tutela del patrimonio nazionale ed un turismo sostenibile. Il caso del Parco delle Cinque Terre”, che ha voluto offrire un momento di riflessione e di confronto su un tema complesso che accomuna diverse destinazioni del patrimonio nazionale, partendo proprio dal caso del Parco Cinque Terre e dalle buone pratiche adottate per governare i flussi turistici.L’allestimento si articola in 16 foto e un video. Ogni foto è accompagnata da un QR Code attraverso il quale è possibile approfondire i dettagli del progetto che, grazie a diverse attività quali la redazione di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici con particolare focus sul paesaggio terrazzato, il posizionamento di quattro stazioni di monitoraggio multi parametriche e corsi di formazione per disoccupati e migranti, favorisce l’inclusione sociale e garantisce il trasferimento della conoscenza delle tecniche costruttive dei muri a secco alle nuove generazioni.Le foto, realizzate dal 2019 ad oggi da Paolo Corradeghini, Davide Marcesini, Maicol Michael Pasini, Emanuele Raso e Caterina Unger, raccontano alcuni momenti significativi del progetto: dall’anfiteatro di Manarola ad alcuni scatti aerei che ritraggono il fragile e bellissimo paesaggio delle Cinque Terre, gli interventi di manutenzione nei terrazzamenti, il lavoro di recupero dei muri, l’utilizzo di tecniche innovative e alcuni dei muri recuperati con i terreni pronti per la coltivazione. La mostra resterà aperta fino al 13 marzo ad ingresso libero.

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